Il Fragile Equilibrio
I Diritti delle Donne e il Ruolo della Comunità Internazionale in Afghanistan
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🖊️Gabriella Pinto
Ottobre 2024
Il ritorno al potere dei Talebani ha segnato uno dei capitoli più bui per i diritti delle donne in Afghanistan. Con il divieto imposto ad Agosto 2024 che impedisce loro di parlare o mostrare il volto in pubblico, le donne sono praticamente scomparse dalla vita pubblica. Non possono più frequentare scuole, lavorare o persino accedere ai parchi. Questo scenario solleva questioni sull’efficacia dell’intervento internazionale, in particolare delle Nazioni Unite, e sui rischi di un possibile peggioramento della situazione se si aumentasse la pressione sui Talebani.
Apartheid di genere
Le nuove leggi introdotte nell’agosto 2024 fanno parte di un ampio sistema normativo che i Talebani giustificano come “leggi di virtù”. Il Ministero per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione del Vizio impone restrizioni estreme alle donne e ragazze Afghane che includono il divieto di accesso all’istruzione oltre la sesta classe, la proibizione di lavorare, l’obbligo di indossare il velo integrale in pubblico e, più recentemente, la chiusura di parchi e palestre pubbliche per le donne. Inoltre, è vietato loro parlare in pubblico, cantare, recitare o persino guardare uomini a cui non siano imparentate, con severe punizioni in caso di violazione delle regole, che includono la detenzione fino a tre giorni.
Questa politica è solo l’ultimo capitolo della repressione sistematica delle donne. Sima Samar, nota attivista per i diritti umani, ha definito questa situazione “un crimine contro l’umanità. È apartheid di genere”. La sua testimonianza rispecchia la gravità della situazione e il rischio di un ulteriore deterioramento dei diritti umani in Afghanistan.
Il ruolo dell’ONU
Le Nazioni Unite hanno cercato di avviare un dialogo con i Talebani attraverso aiuti umanitari e diplomazia, ma i risultati sono stati limitati. Durante incontri come quello di Doha, le critiche non sono mancate, accusando l’ONU di contribuire alla “normalizzazione” dei Talebani. L’incontro di Doha 3, ad esempio, ha incluso i Talebani tra gli interlocutori principali, senza dare un adeguato spazio alla società civile e alle organizzazioni femminili. Questo ha sollevato polemiche sul rischio di legittimare un regime che continua a violare i diritti umani, in particolare quelli delle donne.
Sebbene molti criticano la comunità internazionale per non aver fatto abbastanza, un intervento più aggressivo potrebbe avere conseguenze devastanti. Misure come l’isolamento diplomatico o sanzioni economiche rischierebbero di peggiorare la vita delle donne afghane. I Talebani potrebbero reagire con una repressione ancora più dura, chiudendo gli spazi già limitati di resistenza e dissenso. Le donne che protestano, spesso già soggette a detenzioni e violenze, potrebbero essere costrette alla clandestinità, con rischi ancora maggiori.
Il Coraggio delle Donne Afghane e la Solidarietà Globale
Nonostante la repressione, le donne afghane continuano a manifestare un coraggio straordinario. Gruppi di donne hanno protestato per le strade di Kabul e in altre città, sfidando apertamente il regime talebano. Queste donne affrontano rischi enormi, spesso arrestate o scomparse, ma continuano a lottare per la libertà.
A livello globale, i movimenti femminili hanno espresso solidarietà. Dal movimento “Donne, Vita, Libertà” delle donne iraniane ai gruppi di attiviste in Messico, il sostegno per le donne afghane cresce.
Conclusione
La lotta per i diritti delle donne in Afghanistan richiede un equilibrio delicato. La difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali deve essere condotta con diplomazia strategica, solidarietà globale e attenzione a non provocare ulteriori repressioni. Il futuro delle donne afghane dipende da un sostegno internazionale concreto ed efficace.