Giovani Contro l'Autoritarismo

La prima rivoluzione di successo guidata dalla Gen Z

Tempo di lettura: 3 min

🖊️Gabriella Pinto

Settembre 2024

 Un gruppo di giovani ha dato vita a un movimento di protesta contro una leader di 76 anni, al potere da decenni e diventata sempre più autoritaria negli ultimi anni. 

Il 1° luglio, un gruppo di studenti e studentesse dell’Università di Dhaka ha dato il via a una serie di proteste chiedendo l’abolizione del sistema di quote nel servizio civile. Questo sistema riserva il 30% dei posti ai familiari dei veterani/e della guerra d’indipendenza del Bangladesh contro il Pakistan del 1971. Le posizioni riservate garantiscono maggiore sicurezza lavorativa e stipendi più alti, ma i/le manifestanti considerano questo sistema discriminatorio e favorevole ai sostenitori/trici della Lega Awami, il partito al potere guidato da Sheikh Hasina. 

La protesta è stata alimentata dall’alto tasso di disoccupazione nel paese, in particolare tra giovani. Nonostante la crescita economica sotto la guida di Hasina, la situazione è peggiorata dopo la pandemia, con un aumento dell’inflazione e una riduzione delle riserve valutarie. In un paese popolato da 170 milioni di abitanti, oltre 30 milioni di persone non lavorano né studiano, una situazione che accentua ulteriormente il malcontento sociale. 

Le proteste sono degenerate il 15 luglio, quando la violenza ha preso il sopravvento e la risposta del governo è diventata sempre più repressiva, scatenando ulteriore rabbia tra la popolazione. Nonostante la Corte Suprema avesse ridotto gran parte delle controverse quote per i posti nel servizio civile e il governo avesse revocato i blocchi di Internet imposti nei giorni precedenti, la tensione è rimasta alta. Ciò che era iniziato come una protesta pacifica si è rapidamente trasformato in una crisi nazionale, con il rischio di destabilizzare ulteriormente il paese. 

A partire da domenica 4 agosto, gli scontri tra polizia e manifestanti hanno causato centinaia di morti e feriti, il bilancio più alto mai registrato in un solo giorno di proteste nella storia recente del Bangladesh. Di fronte all’escalation di violenza, la premier Sheikh Hasina ha accusato l’opposizione di fomentare i disordini, imponendo blocchi di Internet e un coprifuoco a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, queste misure repressive hanno infiammato ancora di più le proteste. 

Alla fine Hasina è stata costretta a fuggire rapidamente dal paese insieme alla sorella, cercando rifugio in India, prima che le folle assaltassero la sua residenza ufficiale. 

Dopo l’annuncio delle sue dimissioni, che hanno segnato la fine del suo lungo governo di 15 anni, le celebrazioni si sono presto trasformate in violenza. Diversi edifici sono stati dati alle fiamme, tra cui il Museo Memoriale Bangabandhu, la residenza storica di Mujibur Rahman, padre di Hasina, e alcuni uffici della Lega Awami, secondo quanto riportato da testimoni oculari. 

Le organizzazioni per i diritti umani avevano da tempo lanciato l’allarme sul governo di Hasina, accusandola di avviarsi verso un regime a partito unico. Le preoccupazioni dei critici/che si concentravano sull’aumento della violenza politica, le intimidazioni durante le elezioni e la repressione contro i media e l’opposizione. Durante il suo mandato, le denunce dei gruppi per i diritti umani si erano moltiplicate, accusando il governo di usare la legge sulla sicurezza informatica per soffocare la libertà di espressione online. Giornalisti/e, artisti/e, e attivisti/e venivano arrestati/e arbitrariamente, spesso sottoposti/e a torture. 

Nonostante le numerose proteste affrontate durante il suo governo, specialmente nei periodi elettorali, Hasina era sempre riuscita a mantenere il suo ruolo. Per questo motivo, le sue dimissioni dopo cinque settimane di disordini sono apparse improvvise e inaspettate. Tuttavia, la forza delle proteste guidate dai/lle giovani si è dimostrata inarrestabile. “Questa potrebbe essere la prima rivoluzione di successo guidata dalla Gen Z,” ha detto Sabrina Karim, professoressa associata di governo alla Cornell University, specializzata nello studio della violenza politica. 

Martedì 6 agosto, il Bangladesh attendeva la formazione di un governo ad interim, mentre il movimento ‘Studenti contro la Discriminazione’, che ha guidato le proteste, si preparava a incontrare il capo dell’esercito. Il leader studentesco Muhammad Nahid Islam ha sottolineato che, sebbene le dimissioni di Sheikh Hasina rappresentino un passo importante, molti obiettivi restano ancora da raggiungere. Il gruppo mira a “eliminare definitivamente i sistemi fascisti” e ha chiarito che non accetterà un governo sostenuto dai militari. 

Nonostante le tensioni, molti studenti e studentesse rimangono ottimisti/e sul potenziale del governo di avviare un vero cambiamento e riforme significative.